02 agosto 2018

Componenti cosmetici - i filtri solari


 Buondì bella gente, come va?
A causa del mio lavoro che non mi consente di muovermi liberamente nel week-end, quest'anno le mie gitarelle al mare o in piscina sono decisamente nulle, come anche i solari di cui poter fare le mie classiche recensioni estive, per buona grazia vostra.
La grazia è anche mia veramente, che non amo andare al mare e tollero poco la piscina piena di gente rumorosa e maleducata, preferendo lavorare piuttosto (e ho detto tutto), ma non poter acquistare tanti bei prodottini da usare mi manca assai.
Comunque, per non perdere l'abitudine questa settimana voglio parlarvi dei filtri solari, un po' per rimanere in tema e un po' perché in giro leggo certe boiate che forse è il caso di chiarire la questione, che non è per niente semplice.

Cosa sono i filtri solari?
I filtri solari sono sostanze a uso cosmetico che proteggono la pelle dai danni causati dalle radiazioni ultraviolette emanate dal sole.

Le radiazioni solari sono cinque:
- raggi ultravioletti A (UVA, 315-400 nm), sono i più lunghi e rappresentano il 95% delle radiazione solare che giunge fino a noi, penetrano nel derma e provocano danni a collagene ed elastina, promuovono il processo di maturazione della melanina, inoltre mantengono la stessa energia tutto il giorno, ogni giorno dell'anno, causando gli stessi danni sia alle nove di mattina a dicembre che alle quattro di pomeriggio a luglio;
- raggi ultravioletti B (UVB, 280-315 nm), hanno una lunghezza d'onda intermedia e provocano l'iniziale arrossamento della pelle e l'ispessimento cutaneo (la risposta del corpo per difendersi dai raggi), e stimolano la melanina ad attivare l'abbronzatura;
- raggi ultravioletti C (UVC, 100-280 nm), sono i più corti tra i raggi ultravioletti e anche i più dannosi per la pelle, fortunatamente siamo schermati bene dallo strato di ozono e non possono raggiungerci;
- raggi infrarossi (IR, maggiori di 780-1.000.000 nm), vanno da 780 nm all'infinito, ma la maggior parte dell'energia è concentrata tra i 780 e i 1800 nm, comprendono oltre il 40% dei raggi che ci raggiungono, ci scaldano quando siamo al sole, percepiti come un calore profondamente penetrante;
- le onde radio, di cui non ci interessa nulla in questo contesto.

I filtri solari usati nei cosmetici sono suddivisi in due categorie:
- filtri o schermi fisici, sostante fisiche inorganiche che riflettono e disperdono le radiazioni;
- filtri chimici, sostanze chimiche organiche che assorbono la radiazione prima che penetri nella pelle.

I filtri fisici sono di derivazione minerale e sono rappresentati dal biossido di titanio (titanium dioxide) e dall'ossido di zinco (zinc oxide), la loro opacità fa sì che le radiazioni solari vengano riflesse e disperse.
Ben tollerati dalla pelle, agiscono immediatamente dopo l'applicazione e offrono protezione ad ampio spettro sia per i raggi UVA che per gli UVB.
Nei cosmetici eco-bio vengono usati sono filtri fisici per la loro eco-compatibilità, ma la loro estrazione e creazione inquina quanto qualsiasi altra sostanza chimica, quindi hanno anche loro un impatto ambientale notevole.
I filtri fisici creano creme bianche e pastose che lasciano una patina visibile sulla pelle, difficile da far assorbire, per ovviare a questo inconveniente da qualche anno si usa il biossido di titanio e l'ossido di zinco in forma micronizzata (NANO), che ne migliora la consistenza, la stabilità e l'assorbimento, rendendoli però più fotoattivi (ovvero capaci di creare radicali liberi con l'esposizione al sole).
Per avere dei filtri fisici funzionali a tutti gli effetti allora si usa rivestire il biossido di titanio e l'ossido di zinco con varie sostanze, non tutte eco-compatibili (come ad esempio il silicone), quindi occorre controllare bene l'INCI per essere sicuri di quello che ci stiamo spalmando.
Per esempio, insieme al filtro fisico NANO possiamo trovare:
- silica, hydrated silica = rivestito con silice;
- alumina, aluminum hydroxide, aluminum sterate = rivestito con alluminio;
- trimethoxycaprylylsilane, dimethicone, hydrogen diemthicone, simethicone = rivestito con silicone.
Le forme micronizzate dei filtri fisici possono essere anche rivestite con glicerina, acido stearico oppure con più sostanze combinate fra loro (come ad esempio silica e dimethicone).

I filtri chimici comprendono attualmente ventisette sostanze, tutte sintetizzate in laboratorio, e assorbono in maniera selettiva le radiazioni UVA e UVB che poi dissipano in modo innocuo sotto forma di calore o fluorescenza.
Sono facili da spalmare e si assorbono rapidamente, ma necessitano di almeno venti minuti per potere fare effetto, inoltre hanno un elevato impatto ambientale tanto che alcuni paesi esteri (come le Hawaii) hanno vietato l'uso di quelli più pericolosi.
I filtri chimici non sono tutti uguali, ognuno di loro è caratterizzato da una propria capacità di filtrare o schermare diverse lunghezze d'onda della radiazione solare, e per questo motivo vanno sempre usati in combinazione di più elementi per avere una corretta protezione.
Possiamo distinguere i filtri chimici in fotostabili, non fotostabili, e problematici.

Fotostabili:
- benzophenone-4 (sulisobenzone), filtro UVB e in parte UVA;
- benzylidene camphor sulfonic acid (BCSA), filtro UVB e in parte UVA;
- bis-ethylhexyloxyphenol methoxyphenyl triazine (tinosorb s o SBEMT), filtro UVA e UVB;
- camphor benzalkonium methosulfate (CBM), filtro UVB;
- diethylamino hydroxybenzoyl hexyl benzoate (uvinul a plus o DHHB), filtro UVA;
- diethylhexyl butamido triazone (uvasorb heb o DBT), filtro UVA;
- disodium phenyl dibenzimidazole tetrasulfonate (DPDT), filtro UVA;
- drometrizole trisiloxane (mexoryl xl), filtro UVB;
- ethylhexyl triazone (uvinul t 150 o EHT), filtro UVB;
- menthyl anthranilate (meradimate), debole filtro UVA;
- methylene bis-benzotriazolyl tetramethylbutylphenol (tinosorb m o MBBT), filtro UVA e UVB;
- octocrylene (uvinul n 539 t), filtro UVB;
- phenylbenzimidazole sulfonic acid (ensulizole), filtro UVB e in parte UVA;
- polyacrylamidomethyl Benzylidene Camphor (PABC), filtro UVB;
- polysilicone-15 (parsol slx), filtro UVB;
- terephthalylidene dicamphor sulfonic acid (eexoryl sx), filtro UVA;
- tris-biphenyl triazine (tinosorb a2b o TBT), filtro UVA e UVB.

Non fotostabili:
- butyl methoxydibenzoylmethane (avobenzone), filtro UVA e in parte UVB, si stabilizza in presenza di octocrylene, mexoryl, tinosorb, oppure diethylhexyl syringylidenemalonate e diethylhexyl 2,6-naphthalate;
- ethylhexyl salicylate oppure octyl salicylate (Octisalate), filtro UVB, si stabilizza in presenza di uvinul, tinosorb, octocrylene o mexoryl;
- isoamyl p-methoxycinnamate (amilossato), filtro UVB e in parte UVA, si stabilizza in presenza di octocrylene, tinosorb o mexoryl;
- PEG-25 PABA, filtro UVB, poco usato;
- triethanolamine salicylate, filtro UVB.

Problematici:
- 4-methylbenzylidene camphor (4-MBC), filtro UVB e in parte UVA, fotostabile ma potenzialmente tossico, va usato esclusivamente in solari da spalmare sulla pelle e in percentuali non superiori al 4%;
- benzophenone-3 (Oxybenzone), filtro UVB e in parte UVA, sospetto interferente endocrino, genera radicali liberi, soggetto a regolamentazione per l'alto impatto sugli ecosistemi acquatici e sui coralli;
- ethylhexyl dimethyl PABA o octyldimethyl-PABA (Padimate O), filtro UVB;
- ethylhexyl methoxycinnamate o octyl-methoxycinnamate (Octinoxate), filtro UVB, sospetto interferente endocrino e non biodegradabile, non è fotostabile e va usato in presenza di uvinul, tinosorb, octocrylene o mexoryl;
- homosalate (HMS), filtro UVB, sospetto interferente endocrino e forte inquinante per l'ambiente marino.

Esistono poi delle sostanze che vengono associate ai filtri solari, ma non sono filtri solari, come diisopropyl adipate (solvente e veicolante), ethoxylate diethylhexyl succinate (emulsionante) ed infine diethylhexyl syringylidenemalonate (antiossidante e stabilizzante).

Fattore di protezione solare o SPF
Il fattore di protezione solare (SPF, sun protection factor) è una misura standard che indica il livello di protezione che un prodotto solare offre contro i raggi UVB, che causano scottature ed eritemi.
Per quanto riguarda i raggi UVA, la protezione deve essere 1/3 della protezione UVB dichiarata, se il prodotto solare è completo, ovvero offre protezione per entrambi i raggi, allora in etichetta avremmo l'immagine di un pallino con scritto UVA, oppure la dicitura "ampio spettro".
Il numero di SPF indica per quanto tempo si può prolungare l'esposizione al sole dopo l'applicazione del prodotto solare, rispetto al tempo limite senza protezione.
Per esempio, se la mia pelle impiega 10 minuti per scottarsi, usando un SPF 15 ne impiegherebbe 150 (10 x 15 = 150, ovvero due ore e mezza).
L'aumento del valore di SPF non implica una protezione proporzionale della protezione, come potete notare infatti, la differenza tra una protezione 30 e una 50 è minima.

- SPF 15 blocca circa il 93% dei raggi UVB;
- SPF 30 blocca circa il 97% dei raggi UVB;
- SPF 50 blocca circa il 98% dei raggi UVB;
- SPF 50+ blocca circa il 99% dei raggi UVB.

Purtroppo, nessun filtro solare blocca al 100% i raggi UV, ma da un certo punto di vista è un bene, perché i benefici del sole sul nostro organismo sono molteplici e una schermatura totale causerebbe non pochi problemi.
Infine, il valore di SPF è determinato in laboratorio, ma nelle persone reali può essere influenzato da vari fattori quali l'acqua, il sudore, la frequenza e lo strato di applicazione, che potrebbero alterarne l'efficacia.

Conclusioni
Un prodotto solare ideale deve contenere filtri solari fotostabili in grado di proteggere la nostra pelle sia dai raggi UVB che da quelli UVA, e sebbene l'etica ci porti verso la scelta di solari con soli filtri fisici, sarebbe preferibile propendere per quelli con un buon mix di filtri fisici e chimici.
Un buon solare deve anche risultare efficace quando viene applicato in strato sottile, sebbene la quantità ideale per una buona protezione sia pari a due milligrammi per centimetro quadrato di pelle, più abbondante rispetto a quanto ci spalmiamo di solito.
Inoltre, deve veicolare i filtri sulla pelle senza favorirne l'assorbimento, deve essere resistente all'acqua e all'evaporazione, e deve contenere ingredienti idratanti, emollienti e antiossidanti per prevenire l'invecchiamento cutaneo da esposizione solare, e se poi sono presenti anche sostanze lenitive, meglio ancora.
Non meno importante, deve contenere ingredienti accuratamente selezionati, soprattutto per quanto riguarda quelli definitici critici come i profumi.
I filtri solari vanno sempre lavati via dalla pelle, possibilmente con detergenti oleosi o con doppia detersione, mai andare a letto con il solare addosso.
Fate attenzione durante l'esposizione solare, usare una protezione non implica che potete stare sotto il sole ininterrottamente senza problemi, abbiate cura di applicare la protezione solare ogni due ore circa e ogni volta che vi fate il bagno o sudate copiosamente, senza dimenticare che lo sfregamento con i teli o con i vestiti potrebbe portar via la protezione solare, lasciandovi "scoperti" in modo non omogeneo.
Per finire, usare protezioni solari con SPF alti non preclude l'abbronzatura, anzi, vi permette di ottenere un colorito uniforme e duraturo, senza dolorosi arrossamenti o fastidiose spellature, che fanno solo danni alla pelle.
E credetemi, ci si abbronza anche stando all'ombra, io ne sono una prova vivente: usando protezioni alte e vivendo sotto l'ombrellone in quelle poche volte che sono costretta ad andare al mare o in piscina, mi abbronzo al punto da portarne i segni per tutto l'inverno, nonostante il mio fototipo chiaro e le frequenti docce.

L'argomento è assai complesso, lo studio dei filtri solari è in costante aggiornamento e ci sarebbe ancora molto da dire, ma voglio fermarmi qui, se no non la finiamo più.
Spero che il mio post vi sia piaciuto e che lo abbiate apprezzato, per le mie fonti ho usato le mie conoscenze, il forum di Lola, vari siti internet e il libro "manuale di cosmetologia" di Umberto Borellini, essenziale per chiunque voglia un'infarinatura generale ed esaustiva sulla cosmetica.
E con questo è tutto, alla prossima settimana gente!

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